Una carriera in MTB vincendo tutto, intervista a Marzio Deho

Una carriera in MTB vincendo tutto, intervista a Marzio Deho

Marzio Deho non ha bisogno di presentazioni. Una carriera in MTB vincendo tutto ciò che era possibile vincere.
L’ultimissimo successo, il titolo Mondiale Master Marathon 2022, al primo anno da Master.
Ha iniziato da giovane, ma non giovanissimo, a 21 anni, direttamente in MTB e da agonista.
Da allora non ha mai smesso, raccogliendo centinaia di vittorie sui percorsi più prestigiosi, in Italia e all’estero.
Da più di 20 anni, atleta di punta del Team Olympia, è ormai un’icona della MTB sia per numero di vittorie che per longevità agonistica.
Con queste premesse potrebbe esserci un tantino di “timore reverenziale” ad avvicinarlo; invece Marzio è disponibile, aperto e diretto, caratteristiche che ben si affiancano a quelle che gli hanno permesso di essere un vero campione.

Una carriera in MTB, alcuni ti definiscono l’Highlander della MTB, sicuramente un uomo che ha fatto della propria passione una professione da leader indiscusso. Come definiresti la tua carriera in una parola? Qual è stato l’elemento determinante?

"La passione che ho sempre avuto per questa attività. Ho sempre affrontato tutto con piacere ma anche con molta determinazione, come gli allenamenti che non mi sono mai pesati.
Le prestazioni e risultati via via ottenuti hanno contribuito ad alimentare la convinzione in ciò che facevo e a favorire la mia crescita."

Senti di essere un punto di riferimento per i giovani che si possono appassionare alla competizione?
"Sento di poter dare tanto ai giovani che possono seguire il mio esempio per longevità che ho avuto, la determinazione nella preparazione. A loro dico di non mollare mai.
Non tutti hanno determinate caratteristiche necessarie per emergere, occorre lavorare per allenare queste capacità e crescere. Senza scoraggiarsi se i risultati non arrivano subito, occorrono costanza e determinazione."

Quanto contano il talento, la preparazione, la tecnica e la fortuna (o sfortuna)?
"Sono tutte cose unite tra loro e necessarie. Se hai talento sei già predisposto e parti con un vantaggio, tutte le altre componenti servono ad arrivare al risultato.
E’ importante essere tenaci.
Conta molto anche essere nel giusto team, con persone che ti seguono e che di danno serenità e il giusto equilibrio.
Negli ultimi anni la preparazione è diventata sempre più complessa con l’introduzione di molte figure diversificate, dal preparatore atletico, al biomeccanico, al nutrizionista, al preparatore mentale. Quindi preparazione evoluta ma non sempre in modo positivo; tutta questa attenzione può tradursi, a volte, in un’eccessiva pressione sull’atleta. Mi viene da dire che la “vecchia maniera”, più semplice può talvolta risultare più efficace."

Un uomo con la tua esperienza, che ha guadagnato così tanti successi, cosa si aspetta da futuro?
"A livello agonistico nulla, al primo anno da master ho avuto la soddisfazione di aver vinto il titolo mondiale. Come team manager ora guardo ai miei ragazzi aspettandomi da loro dei bei risultati e facendo in modo di trasferire loro i principi che mi hanno guidato, quindi passione e determinazione, facendo la loro strada e raccogliendo i loro risultati.
A livello agonistico la vivo molto più serenamente, divertendomi quanto più possibile, in modo libero e non finalizzato al risultato."

In questo Marzio è molto sereno e consapevole. Una persona che ha gestito e continua a gestire la propria carriera in modo molto maturo e coerente, che ha sempre avuto bene in mente il proprio percorso e che ora mette la propria esperienza a disposizione dei giovani talenti.

MTB in Italia e all’Estero differenze e cosa distingue l’Italia dal resto del mondo (se esiste questa distinzione)?
"L’ Italia, rispetto all’estero, si è sempre distinta per un numero di gare, a mio parere “esagerato”; gare di tutti i tipi e tutti i livelli.
I Circuiti che raggruppano varie gare sono organizzati in modo da sollecitare la partecipazione del maggior numero di atleti.
All’estero funziona diversamente. Il numero di gare è inferiore, ad esempio in Svizzera, si può dire la nazione faro per la MTB, vengono organizzate pochissime gare.
In Italia, invece, ogni weekend ne vengono organizzate a decine, a discapito della partecipazione di pubblico e della spettacolarità.
Inoltre all’estero c’è una distinzione più netta tra i professionisti e gli amatori. In Italia si tende di più a valorizzare tutte le varie categorie per favorire la partecipazione degli amatori."

Cosa mi dici a proposito dei percorsi?
"I percorsi si stanno adeguando al disegno della Coppa del Mondo, con rock garden, salti ecc...
Va da sé che le categorie più giovani che si preparano ad affrontare questo tipo di percorsi devono lavorare sulle proprie caratteristiche tecniche e crescere come agonisti."

Collaborazione con Olympia e con sponsor importanti. Quanto contano le buone collaborazioni?
"Le collaborazioni hanno un aspetto relazionale importante, per esser durature. Avere fiducia reciproca porta a lavorare bene e ad avere una visibilità importante per entrambe le parti, l’atleta e lo sponsor."

Il team Olympia veste abbigliamento tecnico Dama Company. Quanto conta l’abbigliamento nelle prestazioni, in condizioni di freddo e soprattutto di caldo estremo come si sta verificando in quest’ultimo periodo?
"I materiali devono essere più confortevoli possibile per permettere all’atleta le prestazioni migliori; con il caldo intenso non c’è molto da fare purtroppo ma alcuni aspetti tecnici, come ad esempio la traspirabilità, sono fondamentali.
Per freddo e intemperie è molto importante, oltre alla traspirabilità anche la termicità del tessuto. Con il freddo queste caratteristiche possono fare la differenza."


Marzio Deho si conferma, nei suoi risultati e nelle sue lucide analisi, un uomo di grande esperienza e ricchezza di contenuti.
Pronto a trasferire molto di sé nei giovani che si stanno preparando a diventare grandi campioni nel mondo della MTB.

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